Italian Twin Book Series

Chapter 2 - Amica Poesia Vol.2

L’AMORE ED IL MATRIMONIO


L’amore non sempre sfocia poi nel matrimonio… peró il

matrimonio è per molti il porto naturale di una relazione

amorosa…

Il matrimonio è dove l’amore porta la sua speranza, i suoi

sogni, la sua crescita…dove poi si forma una casa, una

famiglia. Dove arrivano i bambini, i parenti, i vicini. Dove si

cresce a poco a poco, sempre piú vecchi. Dove l’amore

risiede nel tempo che abbiamo su questa terra.

Molte volte l’amore fra due persone si forma presto, o si

forma un pó piú tardi o si ferma del tutto. Spesso il

matrimonio non è il luogo dove l’amore giovanile trova il suo

terreno fertile. Ci sono troppe cose nella vita che vengono a

sfidare la coppia. Perció ognuno deve cercare, provare a far

durare il rispetto reciproco e la propria individualità.

Quando c’è e rimane l’amore reciproco, tutto è possibile.

La coppia a poco a poco diventa ‘uno’ , anche con le sue

diversità individuali. In Inglese dicono che ‘Love and

Marriage is like horse and carriage’, cioè Amore e

Matrimonio vanno bene insieme, come il cavallo e la

carrozza.

Siccome ho fatto qui in Australia il Maestro di Cerimonie

nelle feste nuziali, dove usavo le mie due lingue, le

considerazioni sulle coppie che si sposavano mi venivano

spesso in mente. Ho visto tante coppie che si volevano

veramente tanto bene, ed altre che a volte ti facevano

pensare che forse quel nodo matrimoniale non poteva durare.

Spesso sentivo confermare da altri che le cose per una

coppia o l’altra erano andate in maniera del tutto opposta a

quanto io avevo pensato il giorno delle nozze.

L’imprevedibile è possibile in fatto di amore e matrimonio.



Sulla strada per il matrimonio


Quando incontri il tuo partner,

colui che fu fatto per te,

tu cominci una nuova vita

in compagnia. Per la strada,

il tuo viaggio puó essere

un vero vincitore perchè potete

fare piani per il domani

mentre vi tenete per mano.

Vi potete abbracciare in inverno

per far passare il freddo.

Potete sorridere in primavera

e prendere piacere nelle gioie

che si presentano davanti a voi.

Potete condividere il calore

dell’estate con tutti i suoi raggi di sole.

Poi in autunno potete vedere i frutti

della vostra condivisa compagnia.

Quando avete scelto di camminare

insieme in mezzo alla nostra umanità

voi sarete una coppia di sposati!



Ti amo


Poi io vidi

nello splendore

dei tuoi occhi

l’amore scintillante

dell’attrazione.

Tutto questo tempo

noi lo abbiamo passato

nella scoperta reciproca.

Abbiamo trovato

l’uno nell’altro

un compagno.

Questa è la ragione

della mia proposta

di matrimonio.

Io credo nella nostra promessa

di amare, di vivere, di condividere

tutto quello che abbiamo

e tutto noi stessi

l’uno con l’altro.

Che non ci sia

un’unione piú grande

che quella di svegliarci

ogni mattina e dire: “T’amo”.

Di dirlo sul serio ogni giorno,

tutti i giorni della nostra vita.




Nel nostro amore

l’uno per l’altra

abbiamo scoperto

un rispetto reciproco

e una comprensione che va oltre

ogni altra cosa nella vita.

Noi abbiamo trovato i semi

che cresceranno nel tempo.

Porteranno l’armonia e l’equilibrio

per i nostri bisogni reciproci.

Noi non dobbiamo essere

gli stessi individui ma dobbiamo

complimentarci nel corso

della nostra vita quotidiana.

Come partner, noi abbiamo

il dovere della lealtà reciproca.

Il legame che abbiamo sigillato

è un principio nella nostra via

per una vita insieme

come una vera coppia.



Oggi ci siamo sposati


Noi siamo stati fatti

per stare insieme.

Questo l’ho saputo

dal primo momento

in cui ci siamo incontrati.

Non c’è piú grande

emozione di quella

che l’uno sente per l’altro.

Questo legame naturale

tra noi è piú forte

di noi stessi.

Questo è il motivo per cui

abbiamo giurato oggi

il nostro amore davanti a Dio.

Leviamo i nostri ringraziamenti

a Lui con una preghiera

sentita profondamente

per il nostro futuro insieme.

Che il nostro mondo sia

pieno di pace e di rispetto reciproco.

Che ci sia la naturale estensione

del nostro amore nella creazione

della nostra famiglia.



Siamo Uno!


Tu sei adesso mia

ed io sono certamente tuo.

Noi siamo uno.

Siamo sposati.

Guardate il nostro amore.

Stanotte noi festeggiamo.

Diamoci l’un l’altra

amore, attenzioni e libertà d’azione.

Noi adesso camminiamo

insieme in una nuova alba.

Questo nuovo giorno porterà

per ambedue un nuovo principio.

Noi vogliamo vivere sotto

un solo tetto per condividere

ogni nuovo giorno con amore,

con affetto e comprensione.

Ci accettiamo l’un l’altro

per come siamo, e promettiamo

che lavoreremo insieme

per migliorare la nostra vita.

Stasera siamo circondati

da familiari ed amici.

Ci siamo riuniti qui per condividere

il nostro ‘primo’ pranzo come marito e moglie.

Guardiamo in avanti ai nostri

pranzi di famiglia nella nostra casa.

Condividiamo un nuovo senso di libertà

insieme come uno – siamo uno!

Tu sei adesso mia

ed io sono davvero tuo.

Noi siamo sposati:

siamo uno.

Diamo adesso un via alla nostra vita

e cerchiamo di essere giusti l’uno con l’altra:

guardate il nostro amore,

stanotte lo celebriamo!

Adesso noi camminiamo

in una nuova alba,

un nuovo giorno: stanotte

noi celebriamo il nostro matrimonio

ed un nuovo principio.

Siamo circondati

da familiari ed amici.

Ci siamo riuniti qui

per condividere il nostro pasto insieme.

Facciamo questa cerimonia,

questo giorno tanto aspettato

con un nuovo senso di libertà






MATRIMONIO ITALO-AUSTRALIANO


Da quando sono arrivato in Australia nel marzo del 1963,

ho partecipato spesso a dei matrimoni italo-australiani. Sono

stato invitato, sono andato in chiesa, sono andato alle feste

in sale o ristoranti, sia in città che nei paesi di campagna.

Ho anche lavorato in cucina come assistente cuoco, poi in

sala ricevimento come cameriere e capo cameriere, ed infine

ho anche fatto il Maestro di Cerimonie per un quarto di

secolo!

Quello che piú mi è piaciuto di tutte queste belle

esperienze di fine settimana è stata l’atmosfera creatasi prima,

durante e dopo la giornata di festa con familiari, parenti ed

amici. Nel mio caso anche con quelli che lavoravano per gli

invitati per preparare e servire il pranzo e per organizzare la

serata seguendo un programma ben definito che non è poi

cambiato tanto durante tutti questi anni.

La formula del matrimonio italo-australiano è riconoscibile

dal fatto che le famiglie con parenti ed amici festeggiano la

coppia appena unita in matrimonio e poi si divertono tanto

con il pranzo, la musica, il ballo ed anche con le cerimonie

del taglio del nastro, della torta, del brindisi con ‘They are a

jolly good couple’, e poi il ballo ufficiale, che sia valzer o

musica scelta dalla coppia. C’erano anche i telegrammi, la

presentazione di mazzi di fiori e di regali a compare,

comare, damigelle e cavalieri, paggetti e genitori. Insomma

nessuno viene tralasciato… O almeno cosí è stato per tanto

tempo. Adesso con le seconde e terze generazioni di figli di

emigranti italiani si comincia a vedere un

approccio un pó diverso. A volte molto piú semplice, a volte

molto piú stravagante. Peró il principio di festeggiare il

matrimonio è rimasto per una buona percentuale di coppie

che si sposano.

Per questo ho voluto includere in questo secondo volume

di Amica Poesia qualcosa di diverso ma con uno spirito

atipico nella nostra vita qui in Australia.

Il racconto poetico di un viaggio in macchina dalla città di

Melbourne alla cittadina o paese del nord ovest dello stato

del Victoria, cioè Swan Hill.

Quante volte mi ha chiamato lí il neo defunto Joe Maggio,

personalità cordiale e socievole, per fare il Maestro di

Cerimonie a tante coppie che si sposavano. Ricorderó

sempre con affetto la sua accoglienza ed i suoi modi signorili

del saper agire con tutti. Questo viaggio poetico lo dedico

anche alla giovane nipote Maria che osservava il mio

scrivere in macchina durante il viaggio, mentre la mamma

era in dormiveglia ed il papà guidava…



Verso Swan Hill


Papà alla guida

della vecchia Kingswood.

Prendiamo lo zio

il “multi” Australiano.

L’invito al matrimonio

ci porta sulla strada

di Swan Hill

Per la strada

si vedono le pecore,

le “farme” di cavalli.

Nel “background” della macchina

suoni di Elton John.

Il sole splende.

C’è il rombo dell’aria,

causato dalla velocità.

Un panino e caffé

sotto l’eucalyptus.

Vita in movimento.

Sorridono gli occhi di mamma.

Nell’aria del paesaggio australiano

il sole splende...



Il driver


La strada troppo diritta,

la noia accompagna

il guidatore.

E lui corre, corre,

corre ansioso al suo volante!

Non sa che il movimento

impedisce la creazione!

La strada è lunga.

Il magpie vola pauroso

attraverso la strada.

Il poeta brontolone

dice: “Fai cento!”

Il guidatore sempre

diritto va.

Il piede accelera

fino ai centoventi.

Sssh... non interrompere.

Tutto è calmo...

La calma porta il sonno.

Il guidatore con la mente

mette tante sue mucche

lí nel prato e sogna

ad occhi aperti...

Le pecore brucano l’erba.

Non c’è pastore

ma solo recinto di ferro

filato, spinato.

La vera Australia!

Il sole splende...

L’acqua ai lati

della strada diritta

parla di pioggia notturna.

Al matrimonio si va

via dall’inquinata città.

Il guidatore è diventato

aviatore! Si vola

verso “Serpentine”!

Lí, in lontananza, un tocco

di paesaggio australiano!

Un branco di alberi

in mezzo alla campagna

desolata!

Tutto un gioco dell’eternità.

L’uomo guida... la fatica

e la noia li coglie un pó

tutti diversamente.

L’autista commenta

“Che shit di uccello!”

La mamma silenziosa dorme già

dietro gli occhiali da sole.

Maria è in dormiveglia

con una strizzatina d’occhio

sul poema in movimento!

Lo scrittore fa camminare

la sua penna...

Il guidatore accende un’altra

sigaretta... che brutto vizio!!

Si passa un paesello

ma presto se ne va.

La strada ci apre davanti

l’estesa vallata del Loddon.



Il moscerino


L’altro giovedí sera,

in mezzo all’alluvione,

un moscerino grazioso

è nato sotto l’orecchio

di una pecora nera.

Skitty, il moscerino,

ha cominciato la sua breve vita

sotto un cielo oscuro ed

il tempo pieno di nuvole.

Era bagnato questo mondo

per tutto il venerdí.

Il sole è uscito sabato

peró quel moscerino, poverino,

è finito sul finestrino

della Kingswood con

un grande “splash”.

Che fregatura la vita!



Fermata


A Kerang una fermata

sotto un gum tree

seduti su una panchina

con il thermos mezzo pieno:

una tazzina di caffé

già zuccherato.

Pausa necessaria...

Una chiacchieratina,

poi di nuovo la strada.

Tracce di acquazzone

già passato...

La siccità è lontana...

cielo azzurro

con sprazzi di nuvole bianche

estensione verde, sulla sinistra,

un lago di sale.

Ogni tanto le pecore bianche

tosate affermano la primavera

già inoltrata.



Riflessione


Respiro d’aria fresca

il ronzio di una macchina in corsa

che rompe la pace o la solitudine,

come la vuoi chiamare.

È un mondo

che ti fa apprezzare

il calore dell’umanità.

Terra Australis

sotto la stella del Sud!

Rifugio d’emigrati

di tutte le nazionalità!



Lago Boga


Ecco il Lago Boga

con le sue barchette.

Annuncia Swan Hill:

un autobus della ferrovia

ci viene incontro.

Ricordo del Pioneer Settlement.

Le esuli casette

in mezzo al vasto verde.

Momento di civiltà!

Chissà se durerà!



Motel


Eccoci a Rio Vista

Siamo arrivati. Saluti.

Joe prende la torta.

Il motel. Preparazione.

Per tutti la chiesa.

Per me... la lista,

il programma, la doccia...

mancano le calze nere,

il profumo dopo-barba.

Film di background

sulla flotta americana.

Conflitti estranei

del mio tempo.

Quattro arance e

una mela.

Rifiuto il caffé...

c’è un furry friends

sul tavolino...

il koala mi guarda.

Ordino dal menu

la colazione per domani.

Sono arrivati dalla chiesa...

Non ancora...

Aspetto nel Flag Inn

di Jane Eliza.

I nomi inglesi rendono

il ricordo piú vivo,

piú reale.

Fa fresco,

ma tutto è in ordine.

Sono pronto. Aspetto.

Eccoci! In tempo!



Sala ricevimento


Accompagnato a Rio Vista.

Non c’è Joe. Aspetto.

Guardo i preparativi.

Sono pronto. Tutto in ordine.

Arrivano il fotografo,

i produttori del video,

i componenti dell’orchestra.

Momento teso, ansioso,

preoccupante, ma calmo.

La quiete prima della festa.

Ecco i primi invitati.

La mamma con la bottiglia

da riscaldare per il bebé,

l’uomo che chiede qual è il suo posto.

E poi invitati piu numerosi.

Buonasera. Sorrisi. Cordialità.

Il cocktail, la firma sul registro,

la ricerca del tavolo.

La confusione. Prima atmosfera.

Il piccolo sbaglio,

la mancanza di comunicazione,

le piccole richieste,

son tutti seduti...

siamo quasi pronti.

Organizzo il corteo:

i familiari, il compare

e la comare,

le damigelle e i cavalieri,

gli sposi e i paggetti.

Annuncio l’entrata.

Tutti in piedi.

Benvenuto agli invitati

da parte dei Padula e

degli Attardo.

Entrano genitori,

nonne, fratelli e sorelle.

Ecco gli sposi.

Musica per l’occasione...

Il nastro ai paggetti,

le forbici agli sposi.

L’Ave Maria.

Luci per il video.

Flash di foto.

Il taglio del nastro.

Auguri. Coro di

“For they are a jolly

good couple”.

Brindisi.

Buon appetito.



Il pranzo


Antipasto già sul tavolo.

La musica allieta la serata.

Lasagne. Floor show di Sam.

Tutto liscio. Il pranzo all’orchestra.

Preparazione per il primo ballo.

Stelle filanti in mano.

Il corteo nuziale circonda

gli sposi in pista.

Le luci, i flash, gli applausi

Apro il ballo...via!

Buon divertimento!!



Felicità


La felicità è uno stato dell’essere, del vivere, del positivo.

Gli umani ed anche gli animali, nonchè l’ambiente, la

comunità o le istituzioni si possono trovare in una fase di

felicità. Essere o sentirsi felici può durare per un periodo di

tempo che varia da situazione a situazione. Troviamo spesso

la felicità nella nostra interpretazione idealistica di eventi o

dall’esistenza di fatti che ci danno speranza per un futuro

migliore.

La felicità è soprattutto un sentimento esaltante che ci fa

sentire leggeri, che ci fa apprezzare quanto è bello tutto

quello che ci circonda. Spesso la felicità nasce dall’amore; a

volte viene quando meno ce l’aspettiamo. Porta sempre con

sé tanta soddisfazione, tanto ottimismo, tanta pace. Per

questa ragione la felicità è ricercata e riconosciuta come uno

dei più importanti fattori della nostra esistenza.

La felicità ha bisogno di libertà, porta gioia e letizia,

rende potente chi la sente. Sembra che la fortuna porti ai

felici soltanto bene e benessere, che la loro vita sia ben

riuscita, che tutto arrivi a loro favorevolmente. Sono degli

esseri vittoriosi e forti.


Però la felicità non è duratura o esclusiva. Quindi va a

passeggio fra gli uomini e le donne, fra i vecchi ed i

bambini, anche fra i canarini! In questa mia collezione di

riflessioni sulla felicità, troverai esempi di chi è felice ed in

quali circostanze. Non è detto che la felicità possa essere

catturata o ritenuta da coloro che si sentono felici, anzi essa

è così frivola e cangiante che è capace di sparire ancora

prima che il felice se ne accorga! Però è felice chi vuol

essere felice. Del domani non c’è certezza, e preoccuparsi

troppo delle cose mondane non porta a nessuno quella

possibilità quotidiana di trovare la felicità, che in realtà è qui

da sempre, per sempre.



Felicità


Un bocciolo mi dà tanta speranza

perchè è felicità.

È amor nascente,

gioia di primavera.

E tu, mia cara amica,

sei pianta orgogliosa,

madre d'un fior.

Quel fiore in primavera

è tutta la tua vita,

è una parte del tuo cuore.

I delicati petali irradiano

il cielo blu con fasci di luce

e di calore.

Il mondo s'inchina,

le stelle s'incantano

davanti a questo miracolo di vita.

Le nubi corrono veloci

verso l'orizzonte,

e tutto è schiarito

perchè un garofano è nato.

È nato! Felice momento!

Bocciolo primaverile! Ed è tutto

profumato di amor materno.

"È mio quest'amor"

grida la mamma al vento.

"Grazie mio Dio,

grazie di nuovo.

Farò del mio meglio, lo so.

Grazie angeli divini

che, lieti, suonate per il mio bambino.

Grazie, Madre Terra.

È così piccolo come farò?

È mio, è il mio bambino!

Che gioia! Che felicità!

Il mio cuore trema

ricco d'allegria!...

Anch'io un giorno ero così...

Ma adesso son pianta

che piange, che ride

per amore.

Vedrò un giorno

questo bocciolo

aprirsi con l'estate,

diventare pianta anch'esso.

E lui sarà un altro.

Ma io l'ho fatto vivere,

io gli ho dato vita."

Sarà felice quel giorno

quando le stelle non ci saranno più,

quando il buio, o cara amica,

sarà tuo... nostro.

Ma felice sarà quel giorno

quando tu alzerai gli occhi verso il cielo

e, contenta, con sorriso divino,

chiuderai gli occhi felici

perchè la tua vita vivrà ancora...

ed ancora...

E allora le stelle

sorrideranno a te;

allora tu saprai il segreto,

il segreto della vita.

Soddisfatta sorriderai

anche tu alle stelle.

Di’ loro ch'hai lasciato

il tuo bambinello

laggiù tra le piante,

tra i fiori, nella valle,

sulle strade, in una casa,

sotto un ponte d'amore.

Dì loro ch'egli pensa

alla mamma ancora,

ed ancora sarai tra tutti.



In prigione con felicità


Ho due canarini in una gabbia

nel mio giardino.

Un giorno la canarina dalle sbarre

si liberò,

ma restò là vicino alla gabbia

per un pò.

"Ora che farò, ora con chi vivrò?"

si domandò l'uccellino fuori della prigione.

L'altro uccellino mesto se ne stette

lì, solo nel suo mondo,

solo con i suoi ricordi,

mentre la canarina volò nel giardino,

nell'azzurro del cielo,

nella libertà.

Stanca infine la canarina

si crucciò nell'erba fresca,

sotto un raggio di sole,

e pensò al compagno in prigione.

Così s'addormentò.

Una mano ad un tratto l'afferrò,

ed essa poverina

alla sua fine pensò,

ma la mano alla gabbia

di forza la riportò.

Il canarino di gioia sobbalzò

e con impeto accarezzò

il suo perduto amor.

E così la canarina

nel suo nido ritornò,

e d'allora se ne stette

in prigione con felicità.



Rallegrati!


Rallegrati oh natura davanti alla cattiveria

perchè il momento della giustizia è giunto!

Rallegrati oh tu dal cuore giusto

perchè la saggezza e la comprensione sono arrivate!

Rallegrati oh sorriso sulle labbra di coloro

a cui la vita ha insegnato le buone maniere!

Rallegrati! Rallegrati per sempre oh cuore mio

fra bontà e cattiveria, in guerra ed in pace!



La bacchetta della felicità


Traditi sono i gioiosi sogni

dell’amore, come notti vuote

con stelle vagamente lucenti.

Come un’eremita, per sempre

gironzolando nell’infinito,

la felicità bussa invano…

eccetto in primavera… quando

la gente ha un pó piú cura.

Poi di nuovo la felicità serpeggia

via… ed è chiusa in una gabbia

dal tempo… ad un tratto, cosí.

La felicità vuole rimanere,

ma la gente la manda via

perchè le persone sono diventate

schiave della convenzione,

prigioniere per scelta.

La gente non sa che la felicità

è nella natura: la sorgente della gioia.

L’amore è come una bacchetta magica

che fa i suoi miracoli nel presente.

Ieri o domani rovinano la gioia

di vivere il momento,

di odorare il presente.

No! Io non voglio lasciare il presente,

lo voglio conoscere meglio…

fino a domani quando… chissà?






LA NATURA E LE STAGIONI


Nella mia vita la Natura e le Stagioni sono state

sempre presenti nella mia vita quotidiana. Sia in Italia

che qui a Melbourne, nello stato del Victoria. La Natura

e le stagioni procedono insieme. Cioè ci sono quattro

stagioni e, generalmente, la vegetazione cresce

secondo la stagione in cui si trova. Anche le attività

della nostra società sono allineate con l’andamento

delle stagioni di ogni anno. Tutto il nostro

condizionamento come cittadini del paese in cui

viviamo si sviluppa intorno a questa realtà della Natura.

Peró le quattro stagioni rappresentano per tutti anche

gli eventi cronologici della vita. La primavera è il

principio della vita, quando tutto comincia a farsi vivo,

crescere ed a fiorire. L’estate è quando le persone e le

cose naturali diventano adulte, prendono la loro forma

e il loro modo di essere. L’autunno rappresenta il

raccolto della nostra esperienza e delle nostre fatiche,

quando arriviamo ad avere e godere i molti frutti della

nostra crescita e vita da adulti. Infine l’inverno arriva e

gli alberi perdono le foglie, i frutti sono stati raccolti, il

tempo è piú grigio, la natura si concede un periodo di

riposo… e dorme. Per gli umani questo periodo è

l’ultima tappa di ogni anno e della vita stessa, quando

il momento finale ci porta via.


Le mie poesie che sono cadute in questo cesto

poetico sono quelle sulla Natura, quelle su una specie

di fiori a me cara, cioè Le Rose, ed infine sulle quatrro

stagioni. Concludo questo secondo capitolo di Amica

poesia Volume 2 con due poesie sui danni alla nostra

vita di umani e della Natura. L’inquinamento è quello

di cui noi umani siamo responsabili, mentre El Nino è

l’effetto di un fenomeno particolare che esiste sulle terre

bagnate dall’Oceano Pacifico… che non è sempre

pacifico!

Sono sicuro che troveró o scriveró altre poesie su

questo tema della Natura e delle stagioni…è un tema di

tutti i tempi e per tutti noi. Mi auguro che anche coloro

che vivono vicino ai tropici o nelle regioni polari

potranno godersi queste poesie “mediterranee”… cosí

spero!


Le mie stagioni


Mi sono rasserenato

nella luce di giorni passati

in mezzo al frastuono

del temporale primaverile.

Mi sono tuffato nell’acqua

salata di un mare d’estate,

quando il sole dominava

con i suoi raggi la terra.

Ed ho assaporato i frutti autunnali

appesi a quegli alberi chiomati

tra il fresco odore delle foglie

nella penombra del frutteto.

Adesso mi butto nella neve fresca

appena scesa dal cielo in quest’inverno

pieno di memorie e di fantasia

nel calduccio della mia terza età.

Ogni stagione mi ha portato

i suoi doni, il suo odore,

il suo sapore.



Stagioni d’amore


Oh sogni giovanili, cosí storti e vani

quando attratti dal primo venticello

di primavera, cosí freddi e spensierati,

cosí inumani davanti a sguardi “in amore”!

Sogni incoscienti, come guanti di ferro

che schiaffeggiano le stanche guance,

siete voi che svegliate l’ardore,

che ci fate disperati per amore!

Poi la gioia capovolge la disperazione,

lascia per terra i giorni d’inverno,

invita il caldo dell’estate, nella luce

del mezzogiorno, quando tutto rivela

la bellezza del vivere, con amore!

Quando arriva il raccolto di una vita

armoniosa, ritorna di nuovo l’insieme

dell’esistenza di ricordi, per farci felici!

E cosí che si assaporano i frutti dell’amore.



Le quattro stagioni


A me piacciono tutte le stagioni perchè ognuna di essa

ci dà qualcosa di diverso e d’importante.

L’ estate

L’estate arriva come il culmine di un sogno, di una meta

positiva della nostra vita. Tutto è facile nelle estati che

fanno le brave perchè anche esse, a volte, sono capaci

di strafare e di portare danni e tragedie. In generale

noi pensiamo all’estate con affetto ed amore perchè è

un periodo di vacanza, di festa, di svaghi. Quando

arriva l’estate è come se arrivasse il periodo piú bello

di tutto l’anno. L’estate è il culmine di tante cose, è il

periodo adulto della natura, quel tempo di caldo e di

vita, di giornate lunghe, di notti piene di vita sociale. La

natura tutta è sveglia e viva, il mare è particolarmente

attraente, come lo sono quasi tutti gli ambienti: di

montagna e di collina, dei luoghi alpini e cittadini, dei

fiumi e dei laghi, di pianura e di campagna.

L’autunno

L’autunno ci porta il pieno di tanti frutti ormai maturati,

pronti per essere raccolti. Anche la vita umana ha

queste caratteristiche autunnali. Dopo aver vissuto da

adulti per affermarci nella società, per avere le nostre

cose, la nostra famiglia. Questo è il momento

culminante della nostra energia e della nostra attività.

Siamo già arrivati all’inizio della terza età, quando

abbiamo raggiunto il culmine di quello che possiamo

fare.



L’inverno


La natura si prepara a riposare. Noi esseri umani

cominciamo a ritirarci in noi stessi, a riposarci. Siamo

appagati di un anno passato o di una vita vissuta.

Questa è la sera, la notte, il periodo dell’inverno

quando tutto tace e riposa. A volte è anche la fine. Peró

è una fine anch’essa passeggera perchè ritorna…

La primavera

… ed il ciclo di un altro anno, di un’altra vita. Gli

umani lo sanno che dopo ogni ciclo di vita e di morte,

affiora di nuovo la volontà di continuare, al riemergere

di nuove esperienze e di nuove sensazioni che le

quattro stagioni ci portano ogni anno e per la nostra

vita.



La realtà di brina


La brina gioiella nel sole glorioso del mattino

appare come un prato di diamanti

sparsi sul verde della primavera in arrivo.

Un certo fresco, uno strano dolore

sta superando la lotta per l’esistenza.

In un chiarore insolito, il giorno passa

lentamente come se l’eternità, per una volta,

volesse imprimere su questo mio cuore un sentimento

che si sveglia alla realtà della verità .

L’uomo ha tutto ció che il giorno rappresenta:

un animale sensibile che si rallegra con la natura

con il gongolare del giorno.

Nessuno è indifferente

alla strana felicità della foresta,

alla pace quieta che si trova in campagna

in giorni cosí chiari. Nella giungla

della città si sente un cardellino cantare,

un’amara melanconia pervade l’aria

che è cosí struggente di vita.

Il vecchio sogno della natura è morto:

là rimane soltanto la rumorosa vita

della civiltà.



Primavera


Nell’aria si vede la primavera

che appare diversa ogni anno

fra il grigio dell’atmosfera.

Si svela, si sveglia, si veste

di colori vibranti e festanti

e corre dovunque in città…

Porta di qua il suo sorriso,

di là il suo magico mantello.

A tutto ed a tutti rinnova la vita.

Dice senza vergogna: “Son bella.

Vi porto tanti fiori, il mio verde.

Faccio rinascere in voi l’amore.”

Fragile è la sua bellezza.

Godetevi il suo fascino fresco

mentre dura… svegliatevi!



E’ primavera


Ecco la signorinella

canticchiar presso il ruscello,

vestita a festa

adorna di primule e viole.

Ora è ballerina graziosa

che si muove leggera

sul manto verde della terra.

Con un tocco di magia

invita tutti alla sua festa:

margherite bianche e gialle,

alberi tinti di petali rosei,

fringuelletti ed uccelletti,

colorate farfallette,

e tutti gli altri animaletti,

senza contare poi gli insetti.

È primavera!

E tutti formano un coro

per celebrare la bella stagione.



Odore di primavera


Il calore del sole

che tocca il mio viso

mi fa ricordare

il suo caldo abbraccio.

La fredda pioggia cristallina

ed il profondo cielo grigio

mi faranno ricordare sempre

il tuo triste addio.

Ricordi quando parlavamo

delle tue poesie d’amore,

di caldi baci e tristi partenze,

di profondi sentimenti

e tanti cambiamenti?

Tu avevi amore

e me lo davi.

Ed io ti lasciavo…

ed un’altra arrivava.

Era tutto un via vai!

Erano i primi giorni

di primavera

e voi, fiori, donavate

il vostro odore!



Di nuovo, primavera.


È di nuovo primavera.

La vedi e la senti

quando cammini nel parco,

o in campagna, al mare,

o per le vie della città.

Comincia a colorire l’ambiente

con i suoi boccioli di fiori,

di alberi da frutta,

con i cespugli tutti tremanti

nel venticello fresco che attraversa

la tua pelle e ti rinfresca.

E cominciano il loro lavoro le api.

Gli uccelli cantano e schiamazzano

tra le chiome degli alberi.

Gli insetti si accingono ad irritare.

L’erba è cosí tenera e lucida,

il cielo prende tutto un altro aspetto,

piú chiaro, piú vivo, piú visibile.

Tra i raggi del sole e le nuvole bianche,

il vento che corre, la pioggia che scende,

a volte la tempesta, la grandine o la bufera.

Un miscuglio di eventi un pó matti,

come un giovane immaturo che cresce

tra una sgridata ed una risata,

tra le difficoltà e la felicità,

tra la cattiveria e la bontà…

in quelle giornate piene di attività,

di tanta energia tra i compagni

o tanta riflessione quando si è soli.

È primavera: principio di una nuova vita!



Katie e David


C’è Katie che dà la pastina

a David, il suo piccolino,

che ha soltanto cinque mesi!

Dove? Sotto l’ombra di un albero

marino, su un monticello di sabbia.

E la gente si gode la natura estiva

mentre il sole imbianca il cielo azzurro

e le nuvole, sparse qua e là,

fanno ombra al cielo lassú.

Ecco i gabbiani che s’avvicinano

all’odor del mangiar del piccolino,

sempre avidi e pronti per un morso,

per acchiappar quel pezzettino

anche dalla bocca di un bambino!

Ogni essere ha la sua natura,

e la natura provvede per tutti…

mentre David mangia la sua pastina

sotto quell’albero marino,

che fa ombra in questa mattina

quando la mamma provvede

sotto il sole per al suo piccino.



Riposo


Si frangono le onde

ad una ad una

sul litoral roccioso

d'un quartiere.

Il sole cocente

annega tutto:

la gente avida

ingoia i suoi raggi.

Sono ricchi

gli uomini terreni

nel gioire del bel giorno dell'estate.

Gli uccelli marini svolazzano contenti

sul formicaio che si riposa.

Passano i minuti, passano le ore

sul piccino che felice si tuffa

nel lago marino che ha creato.

Una vecchia anch'essa sorride.

La solitudine non fa per lei:

sta sotto il sole

con tutta la gente

e sorride al futuro

pensando alla bambina

d'altri tempi.



Lasciala in libertà


Tra il verde dei campi

nell’estate della mia giovinezza,

nel mio paese nativo, Montemurro,

m’è sempre piaciuto

il volar delle farfalle.

Ricordo vivamente una mattina di luglio

quando una farfalla bianca si posó

sul cespuglio di more nere vicino alla strada.

Un desiderio immenso avvolse il mio animo

innocente di fare mia quella farfalla.

Essa volava su e giú, di foglia in foglia,

evitando le spine del cespuglio

con tanta leggerezza, con delicatezza.

Ed io giravo intorno a quel cespuglio

sperando d’imprigionarla, di farla mia.

Volevo chiederle il segreto del suo volare

e del suo delicato abbandono all’aria fresca.

Mi apparve come un messagero

che di foglia in foglia,

di fiore in fiore,

porta effimero il messaggio delle gioia.

Mi punsi quando cercai

di prenderla nella mia mano.



Mi rinfresco


Sotto le fresche frasche

con una frasca fresca

mi rinfresco.



Foglie autunnali


Nell'aria autunnale

guardo le foglie

cadere leggere leggere

sull'erba già bagnata

di gocce dal cielo.

Si vedono in gruppo

fruscianti sui prati estesi

di questa città.

Si rincorrono, si rialzano,

si accarezzano a vicenda,

e poi, stanche,

si accucciano attorno

al tronco di un olmo.

E lì, le foglie,

sospinte dal vento,

cercano invano

di ritornare in sù,

per attaccarsi a quei rami,

una volta ancora, lassù...

Lo stridere del tempo

che passa chiama anche

le giovani foglie che

presto diventano smunte,

incenerite, giallastre

già vecchie e intirizzite.

I passanti le schiacciano

indiscriminatamente

con suole diverse

mentre volgono gli occhi in alto

per guardare le foglie

rimaste sui rami irti

contro il cielo grigio.

Ed è verso il cielo

che punto le mie pupille,

il mio sguardo, e volo...

mentre le foglie autunnali

cadono, baciando gli atomi

dell'aria, come un artista che

sfiora le mani su labbra

che mormorano "grazie"

al pubblico, in segno d'amore.

E poi cadono d'un tratto

e si fermano sui prati

pieni di lacrime

per un momento.

Il vento le rapisce d'un colpo

e le porta in un folle cammino

per strade ignote, nel grigio mattino.

Ancora le vedo tutte,

ingiallite nei miei sogni,

in un coro strepitoso

e incessante che si alza

dal mio cuore di poeta

in un crescendo misterioso.

Ricordo i dolci sorrisi

degli amanti sotto gli alberi,

gli uccelli liberi nell'aria,

e quell'ultimo vano sogno

di foglie rapite dall'autunno.



I limoni


Ai limoni

ci ha pensato

mia moglie.

Li ha raccolti tutti

in una volta

i primi d'ottobre.

Io, i limoni, li colgo

a poco a poco.

Mi fanno compagnia.

E già siamo a novembre

ed i limoni

sono rifioriti,

sono pieni di altri limoni verdi.

E le piante sono tutte

profumate.

I limoni vogliono essere

spogliati

se devono di nuovo

rivestirsi gloriosi..



I passeri


È una mattina quieta.

Il cielo è grigio,

gli uccelli sono in festa

in questo giorno d’inverno.

Il pesco è soltanto l’ombra

di com’era una volta: rimanenza

morta della sua gloria

d’autunno passata.

Allora quest’albero aveva

foglie, pesche, chioma…

soccorso benevolo

per il visitatore occasionale…

che aveva condiviso con me

una tazza di té, risate, chiacchierate.

Adesso i rami nudi negano

la vita stessa, eccetto per dare

a quei passeri in cerca

di cibo e di calore

un posto per riposare,

alcuni momenti di calma,

un intervallo pacifico.

Questi piccoli passeri occupati,

sparpagliati sopra le grondaie

ed i rami privi di foglie,

stanno mangiando pane…

pane messo là dai miei irritanti

bambini, il cui gesto di bontà

riaccende in me il calore

che porta una buon’azione.

Fra poco io poteró

questi rami. Compieró

questa chirurgia per necessità.

Ma nel frattempo, durante

le prossime settimane,

a volte mi siederó a lato

di questo davanzale e, di nuovo,

questi passeri mi faranno gioire

nella mia dimora con la mia famiglia,

mentre, da ambo i lati, aspettiamo

la primavera.



Il vento e la solitudine


Il vento soffia senza pietà

contro il davanzale della mia stanza.

Una folata, con la sua passione violenta,

tuoneggia fuori, nella strada,

e scuote le foglie del mio limone.

La natura, nella sua totalità, non reagisce.

Ma tutti i suoi rami tremano dal freddo:

si scuotono ed hanno paura delle frecciate di vento.

La solitudine, tremante come una foglia,

si arrampica nelle ossa di questo corpo umano.

Ma la solitudine è soltanto uno stato della mente.

E la mente, come una quercia gigantesca,

si sovrappone al debole corpo umano,

che muove la sua carne quando il vento

della natura decide di muoversi in giro in folata.



Il ciclo


Solitaria strada

sotto un cielo oscuro

guardi le ombre

di una notte d'autunno.

Cadono le foglie ben presto,

irti i rami si distendono

nell'eternità.

Solo una foglia

continua a dimenarsi,

ma dopo un pò anch'essa

cade.

Un raggio di sole passante

accarezza le foglie ingiallite

sul marciapiede bagnato,

mentre il vento

le accoglie in un cestino

e le deposita sotto il cipresso

accanto ad altre foglie

d'altre estati.

Freddo è il cuore

della pianta che piange:

ha perso le sue foglie,

ha perso la sua famiglia.

L'albero mesto ricorda la primavera

e solo piange la sua sorte

e l'estate svanita.

Poi nell'inverno freddo

dorme d'un sonno pesante

con sogni di felicità perduta.

Nel grigio cielo spento

appare una colomba.

Dopo una rondinella.

Infine la primavera.

Gioia!





LE ROSE


C’è qualcosa di molto speciale riguardo alle rose. Queste

sono le patrizie fra un gran numero di fiori. Le rose vengono

in molti colori, hanno una varietà di tessuti, possono essere

grandi o piccole e, soprattutto, attraggono per la loro

fragranza.

Un giardino di rose ti dà un’esaltante esperienza di bellezza.

Però... devi starti attento... il cespuglio delle rose è pericoloso

per il nostro corpo e pelle umana. Le rose crescono alla fine

di ramoscelli di spine... ti puoi far male un pó o di più.. Una

rosa quasi obietta ad essere colta o presa... anche se la sua

tenuta di vita è momentanea come la vita stessa.

Da un piccolo bozzolo compatto balza un raggiante,

profumato fiore colorato. Un mazzo di queste rose sono un

raro premio da donare in occasioni di gran rilievo.

Man mano che matura, una rosa perde tutta la sua stretta di

vita: le sue foglie cadono in rotta. Queste quasi ti chiedono

di essere usate come tu vuoi. Difatti le foglie di rose vengono

buttate durante le feste, usate nella manifattura di profumo ed

anche in cucina!

Una rosa è la naturale alleata del poeta quando questi ha

bisogno di fare una semplice analogia con la vita. Per questa

ragione con il passar dei miei anni la rosa ha spesso preso il

posto d’onore in alcune delle mie poesie.



Un bocciolo


Un bocciolo mi dà tanta speranza,

il suo aprirsi tanta gioia,

il suo spandersi tanto dolore!



Una rosa


Quella rosa

è sbocciata

stamattina.

È già fiorita

la sua bellezza.

È strepitosa

come una diva

al culmine del successo.

È abbagliante

alla vista.

Desideravo

quei petali rossi,

la sua perfezione.

Che stupido

sono stato ieri!

Non l'ho colta.

È già

quella rosa

sbiadita,

finita.



Rosamor


È stato oggi. Ho colto una rosa

tra le tante del mio giardino.

Strano... giammai ne uccisi così.

In mano, tra le mie dita,

accarezzai il profumo,

i delicati petali,

le tenere e giovanil spine.

Il tutto ancor sorride divino

verso il cielo raggiante

pieno di rondinelle in volo.

Bellezza eterna nei miei ricordi,

culmine di felicità terrena,

momento scolpito nei tempi.

T'amo ancor, o profumata rosa.



Amore di rosa


Appassita è la rosa che conoscevo,

passati sono i tempi in cui vivevo.

Le memorie son tutto ciò che rimane

a un cuore che non conosceva confini.

L'amore è soltanto un'illusione

che sbiadisce con il passare del tempo:

sedotti sono i giovani in questo gioco,

perfidi sono i sogni del passato.



Fragranza che dura


Ogni volta che canto una canzoncina

là, nell'ombra, vedo la luce

di una che è tutta folgorante.

Come le ombre, come la luce del sole,

tutto passa,

tutto è ieri.

E ieri, come una rosa colta,

lascia ancora nelle mie narici

quella completa fragranza,

quella perfetta scelta.

Io so che anche una rosa perfetta

con il tempo crescerà, appassirà, morirà.

Ma non so se uno

dovrebbe cogliere la rosa,

se uno dovrebbe annusare

questa creazione solitaria e perfetta della natura.

Che diritto ha l'uomo di odorare infine?

Perchè aspetta con ansia l'arrivo della Primavera

se niente è eterno, se niente è vero?

Purtroppo sogniamo un sentiero di rose...

ci pungiamo le mani,

cogliamo quel profumo con gioia.

Poi domani arriva... ed è soltanto ieri.

Ma allora io mi ricorderò

di quella solitaria rosa impaurita

così dolce, così calda, così vera...

e niente mi farà

voler di più,

niente mi darà momenti più felici.

Ricorderò quei tempi quando non

sapevo che cosa dire,

quando il silenzio pianse alcune umili lacrime,

quando il silenzio, con il suo parlare eterno,

disse tutto... e niente per me da aggiungere.

Si, ricordo adesso, dissi qualcosa...

che cos'era? Non so veramente...

lo so che era sincero, vero.

Poi il tempo mi punse la mano,

era allora il momento di andare.




LA NATURA IN CITTÁ


Ci sono molte occasioni in cui prendiamo nota dell’effetto che

la natura ha sull’ambiente creato dall’uomo.

In Foglie autunnali siamo specialmente consci delle foglie che

cadono. Quando cadono, come cadono, che cosa succede

quando arrivano a terra. Come sembra che le stesse foglie

reagiscano e come noi, da umani, ci teniamo indietro come

osservatori. Ci sono sempre certamente delle persone che

non sembrano notare molte cose, visto che sono troppo

occupate, gente che guarda a questo evento con

indifferenza, gente che è anche capace di fare poesie su

questo!

Proprio come in “Una doccia in città” quando, dopo un

lungo periodo di siccità, una doccia viene per rompere la

monotonia della vita. Questo evento porta con sé un

cambiamento di emozioni, sia per la città che per la gente

che vi abita. Dopo questo breve, secco periodo, l’onnipotente

sole ritorna per regnare supremo una volta ancora.



Una doccia in città


Una città che si fa una doccia

dopo una lunga giornata di sole

è orgogliosa della sua nuova veste.

Strisce di acqua che corrono sui marciapiedi,

gocce che spariscono sulle linee dei tramvai,

la gente che inala l'aria fresca,

un bambino, con la bocca aperta,

prende le gocce con la sua lingua.

Il miracolo della natura passa.

La città s'illumina di nuovo

sotto i raggi possenti

dell'eterna potenza del cielo.



Farfalletta multicolore


Nel frastuono del traffico

e la confusione dei passanti,

l'altro giorno

ho visto in città

appiccicata

a una vetrina di lusso

una farfalletta multicolore.



L`INQUINAMENTO


La questione della responsabilità individuale e collettiva per il nostro

ambiente è piú attuale oggi che vent ‘anni fa, quando ho scritto

questa poesia.

Dal 1971 al 1991 il problema dell’inquinamento è cresciuto

drammaticamente. Siamo stati testimoni di un’intensificazione della

nostra incapacità di contenere quelle attivatà che hanno

danneggiato e continuano a rovinare il nostro ambiente naturale.

“L’inquinamento/Pollution” è essenzialmente una poesia pessimista.

Non offre soluzioni. Né ci possono essere quando la realtà ci dice

che siamo incapaci di alzarci al di sopra di noi stessi; o, almeno,

quella è l’opinione dell’animo di un giovane che pizzica le corde

della sua chitarra, mentre ricorda il mondo com’era prima che

scoppió.

Anche se molte delle immagini che ho descritto in questa poesia del

1971 (per esempio fiumi che si putrefano, uccelli e pesci in rovesci

di olio, specie di animali in pericolo) sono apparsi sui nostri schermi

televisivi, io oggi mi sento in qualche modo diverso. Sono diventato

piú ottimista. Credo che non soltanto possiamo, ma che dobbiamo

assumerci la responsabilità di diventare custodi del nostro pianeta.

Le noste creature viventi hanno bisogno di essere protette nei loro

ambienti. I tipi di civiltà che noi abbiamo sono possibili in una

realtà ecologica sostenibile. Abbiarmo bisogno di arrivare ad un

bilancio tra i nostri bisogni e quelli della natura. Abbiamo bisogno

di rattoppare i nostri sbagli. Il mondo ha l’abilità di rinnovarsi - cosí

c’è posto per fare sbagli... peró questi non possono essere cosi

grandi...

Scritto - 1991

...e questa questione politica non se ne va via... perchè oggi

domenica 2 marzo 2008... ci siamo riuniti qui per vedere che sta

succedendo a livello governativo Federale, Statale e Locale a favore

de “L’ambiente e i Cambiament Climatici.”

Aggiunta: domenica, 2 marzo, 2008



L'inquinamento


(i)

Son già passati dieci cent'anni

da quando mi costrinse Iddio

a far compagnia all'eternità.

Ed ora pensando alle terrene cose

mi prende la nostalgia per la vita

ch'ora ha finito la sua gioventù.

Or non c'è più la terra

i mari non ci sono più;

c'è soltanto un suonator afflitto

che pizzica le corde della sua chitarra.

(ii)

Si dissecca l'erba dei prati verdi,

stagna l'acqua dei moribondi fiumi,

sporca è la spiaggia sotto i tendoni.

Un pesce viene su per un boccone

ma trova solo un'insalata chimica

che l'inerzia privata ha avvelenato.

Un gabbiano si posa sulle onde

che puzzano di petrolio e pesci morti.

Il mondo è fermo per uno svenimento

che risulta dalla puzza che si sente.

(iii)

Un uccellino malato di febbre

perde le piume e la speranza.

Non c'è più la limpida sorgente,

il fiume mormorante, il lago risplendente.

C'è il fumo che riempie le tempie

dello stanco animal pensante,

che piange la sua stoltezza

ricordando quei giorni passati,

quando veniva svegliato dalle rondinelle,

nelle primavere d'altri tempi.

(iv)

Silenzioso un rivo si putrefa

sotto un ramoscello privo di foglie

e grida, d'una voce muta, all'inumana

fine della gaiezza perduta.

Una barchetta languida piange

i giorni ormai, ahimè!, perduti

della felicità schietta degli amanti

al rinfiorir della natura.

Non c'è più la voce dell'amore

che culla le onde del suo cuore.

(v)

Morte sono le genti tutte quante

che resero il mondo puzzolente!

Infradiciate sono l'anime perdute

in laghi coperti d'escremento!

Un torpore invade l'aria d'una volta

in foreste scheletrite dalle genti.

Scomparse sono le bestie terrene

dal ciclo della vita della terra.

L'infinito è morto, i cieli sono spariti,

le stelle sono oscure nella notte.

(vi)

La grande falciatrice non falcia più

sul vasto mare della gioventù.

Dio m'ha detto ch'è morta e seppellita

sotto l'oceano che non esiste più;

non l'invoca piu il vecchio vagabondo

chè sono già mill'anni che non si vede più.

Non si guerreggia più, non si combatte più,

non si vive più, non si ama più

sul mondo ch'una volta era famoso

a far questo e mill'altre cose.

(vii)

Or spiegate nell'infinità sono l'anime

della triste razza della viltà.

Disperate, sotto un manto oscuro,

si battono l'un l'altra con furore

per non aver punito in tempo la pigrizia

ch'ha fatto un macello della civiltà.

Pensano al tempo della realtà

quando si dicevano a vicenda:

non m'importa se l'animale rinchiuso

diventa pazzo e non sa dove andare.

(viii)

Togliamo di mezzo le mosche noiose;

via, via col serpente velenoso!

Facciamo una zuppa con la colomba mesta

mentre il canarino viene in prigione!

Si va nel lago a pesca di conigli

chè in giro non se ne vedono più.

Un pò per volta tutti questi animaletti

scompaiono di vista senza scampo

mentre l'uomo che non può cacciare più

bestemmia l'avarizia maledetta.

(ix)

Non corre più sulla corrente chiara

del fiumicello dai monti tutti bianchi

l'odore della gioviale freschezza invernale

chè l'uccellino ha smesso di cantare.

Il giorno, la notte, e le stagioni

non ci sono più poveretti chè le ore

si sono fermate nell'eternità

col tempo ch'ha finito di cambiare.

Ora l'umanità svanita ricorda solo le cose belle

al mondo che ricchi e poveri si godevano senza conto

(x)

C'è un'illusione lì nel cielo buio

d'un uomo il cui sorriso senza pari

ved'arrivare la fine dell'umanità

costretta a più non ridere e giocare.

Gli scrittori della mia giovinezza

piangono l'ora del disprezzo perchè

le lor fatiche non servono più

in un paese dove non si legge più.

La terra insomma s'è buscata una tempesta

prima di scoppiar fuor dalla finestra.



El Nino


Questo ragazzetto con un nome spagnolo,

El Nino lo chiamano in lungo e in largo,

porta le grandi notizie come una “Superstar”

quando lascia la sua costiera con cattive intenzione.

È amico o nemico? Perchè la Natura

ha paura di questo ragazzetto

che vuole gironzolare sull’oceano,

volare con il vento, piangere con la pioggia?

Tutte le creature grandi e piccole si domandano

se il prossimo anno arriverà El Nino!

Causerà di nuovo danni e confusione,

ma perchè vuole proprio venire?

Questo ragazzaccio che vive nel Pacifico

si sveglia regolarmente dal suo profondo sonno

e cavalca le onde, smuove le correnti,

è padrone dell’aria, svita i nostri ecosistemi!

Stimola le tempeste, i temporali e gli uragani,

capovolge navi e barche, sradica gli alberi e le

raccolte, caccia la sua lingua all’umanità con burle

e modi ribelli come un cattivo, brutto adolescente.

Ma il nostro El Nino non puó concentrarsi a lungo,

tutto d’un colpo ferma la sua distruzione, e va oltre!

Meravigliato è chiunque lui abbia visitato, liberato

nella luce del sole, nella pace di un fresco giorno

nuovo!

Written by Tom Padula

October, 1997